ROAD RUNNERS. CORSA A OSTACOLI

3° RAPPORTO DI RICERCA (2015)

Con il 3° Rapporto di ricerca, l’Osservatorio “Generazione Proteo” continua a raccontare la grande storia di una generazione proteiforme, difficile da inquadrare in schemi predefiniti, che nelle precedenti edizioni avevamo scoperto inafferrabile e fatta di solisti fuoriclasse. Una generazione che, sfruttando l’energia e il vigore della giovane età, svela in questa edizione il suo essere composta di atleti e corridori, quasi inconsapevoli, di una competizione agonistica quotidiana sulle diverse piste della vita, del lavoro, dei rapporti con l’altro, della scuola, dell’università e della tecnologia.

È così che l’attuale incertezza economica e politica spesso frena e talvolta arresta la progettualità, alimentando a “soli” 17 anni la paura dell’instabilità lavorativa e la conseguente esigenza di mettere da parte un’eventuale somma di denaro per un futuro incerto e nebuloso. Una generazione, quella tracciata nel 3° Rapporto di ricerca, nella quale si fa più fluida l’antica distinzione tra lavori di serie A e lavori di serie B (per il 28% dei giovani intervistati non vi sono infatti differenze) che, qualora avvertita, si ravvisa non più nel riconoscimento sociale dato dalla formalità del titolo, ma in una concretezza che trova la sua espressione più compiuta nel guadagno (30,2%) e nella retribuzione. Se la Parabola del Vangelo insegna che i talenti vanno valorizzati, i giovani di oggi sono invece quasi costretti a seppellirli: essi sembrano infatti abbandonarsi al timore del futuro e delle difficoltà che questo potrebbe portare con sé, non considerando invece la “ricchezza” derivante dall’investire su quegli stessi talenti.

I giovani oggi appaiono altresì sempre più inclini al sacrificio, elemento ritenuto essenziale per ottenere e conservare un lavoro, e sono altrettanto disposti ad assumersi il rischio di mettere in piedi un’attività imprenditoriale. Ma anche questi ultimi, sentendosi intrappolati in un Paese economicamente in crisi e vittima di un’eccessiva burocrazia, vedono all’estero il proprio futuro lavorativo (44,4%) così come guardano oltre i confini del nostro Paese i modelli imprenditoriali da seguire, Steve Jobs primo fra tutti (30,3%).

La politica appare, inoltre, sempre più lontana dalla vita dei giovani – nonostante una rinnovata voglia di partecipazione che passa attraverso la tecnologia e i social network – mentre le Istituzioni vengono percepite come uno tra i principali ostacoli nella loro “corsa”. La politica non ha più nulla da offrire a quei giovani che, proprio stando alla loro voce, più di altri meriterebbero l’attenzione di una classe politica cui si chiede una maggiore onestà (39,3%) e una reale vicinanza (26,2%) alle esigenze dei cittadini. La spaccatura tra i giovani e l’attuale sistema politico emerge con prepotenza non solo dalla totale sfiducia nelle Istituzioni, ma anche da una critica al sistema di rappresentanza e partecipazione, che sfocia in indifferenza e rassegnazione.

Eppure i giovani sono consapevoli della propria forza innovativa, sanno che il cambiamento parte proprio da loro. Seppur ancorati a solidi valori e credenze, infatti, appoggiano e rivendicano la trasformazione di alcuni assetti esistenti e l’abbandono di un quadro precostituito di modelli sociali, morali ed etici. Favorevoli (60,7%) alla possibilità per le coppie omosessuali di unirsi in matrimonio (a patto che questo avvenga con rito civile), abbracciano ancora una visione tradizionale della famiglia (72,4%), dell’amore e del matrimonio che esclude, e in qualche modo dissente, da alcune rivendicazioni, quali per esempio il diritto per le coppie omosessuali di adottare un bambino (58,9%) o di sposarsi con il matrimonio religioso (35,1%).

I giovani si dimostrano anche in grado di superare i luoghi comuni sugli immigrati, mettendo da parte pregiudizi e accuse, nonostante non manchino di esprimere perplessità e problematicità legate alla loro presenza nel nostro Paese. Non un terrorista (solo per il 2,7%), non un criminale (solo per il 6,3%), non qualcuno che “ruba” il lavoro, ma semplicemente una persona nata dalla parte sbagliata (58,7%). Responsabili nell’utilizzo delle tecnologie e consapevoli dei loro pericoli, le risposte dei giovani intervistati lasciano tuttavia ampio spazio anche a timori e incertezze: tante, troppe infatti le vittime di bullismo, soprattutto nella sua variante tecnologica del cyberbullismo che trova nel social Ask.fm (utilizzato dal 20,5% dei giovani) un forte alleato.

Il 3° Rapporto di ricerca dell’Osservatorio “Generazione Proteo” consegna dunque l’immagine di una generazione di atleti impegnati in una quotidiana corsa a ostacoli: una corsa scandita dalla presenza di molteplici e diverse barriere, che se da una parte invitano a essere superate e saltate, a volte costringono invece a rallentare, a stare un passo indietro, o addirittura a cadere e fermarsi. Sono le barriere imposte da strutture e sovrastrutture sociali, culturali, economiche, politiche. Barriere che intrappolano e mettono a dura prova il percorso di realizzazione e auto-realizzazione dei giovani, frenando molto spesso l’incredibile slancio di cui essi sono dotati.