GIOVANI ITALIANI: SOLISTI FUORICLASSE
FOCUS SICILIA

COMUNICATO STAMPA

(Catania, 29 maggio 2014). Tengono più alla famiglia – pilastro per il 99% dei giovani siciliani – e all’amicizia che al successo, più al lavoro che al denaro, più all’intelligenza rispetto alla bellezza. E si interessano alla politica ma ne bocciano sonoramente la classe dirigente così come tutte le altre Istituzioni, tra Parlamento, partiti, Chiesa, UE e alte cariche dello Stato che registrano una valutazione insufficiente, mentre promuovono con la sufficienza solo scuola e Forze dell’Ordine.

È la fotografia dei giovani siciliani presentata oggi a Catania con l’indagine “Giovani italiani: solisti fuoriclasse” dall’Osservatorio “Generazione Proteo” della Link Campus University. Lo studio – realizzato intervistando circa 2.500 studenti di 8 città italiane tra cui anche Catania, Marsala e Gela – sfata anche i più consolidati luoghi comuni sulle nuove generazioni, mostrando un’altra faccia dei giovani dai 17 ai 19 anni (ultimi 2 anni delle scuole secondarie di secondo grado), figli della crisi economica, politica e ideologica che ha segnato gli ultimi anni del Paese.

Una generazione responsabile, disincantata e pragmatica, quella dei giovani siciliani, che, in linea con i dati nazionali, salva gran poco dei pilastri della nostra società: oltre 7 giovani su 10 si dichiarano insoddisfatti del proprio Paese, tanto che il 54,3% andrebbe a vivere all’estero “per fare un’esperienza diversa” (24,1%) ma soprattutto per “trovare lavoro”, perché “l’Italia non premia il talento” e “non crede nei giovani”. Tre motivi, questi ultimi, che uniscono il 43,8% dei giovani siciliani, che dopo la scuola vorrebbero iscriversi all’università (88,5% contro il 70,6% del dato nazionale), dalla quale, non a caso, ci si aspetta un inserimento nel mondo del lavoro (60,7%).

Alla criticità nei confronti delle Istituzioni e della politica (in una scala da 1 a 10, Parlamento e partiti politici registrano i valori medi peggiori, con 4,06 e 4,10) si contrappone un inaspettato interesse nei confronti della politica stessa, il cui modello partecipativo non è certo su Internet (per il 67% degli intervistati il web da solo non garantisce democrazia e partecipazione) ma si evidenzia con un clamoroso ritorno al voto: oltre 8 ragazzi su 10 dichiarano infatti di voler votare alle elezioni politiche.

Il direttore dell’Osservatorio, il sociologo Nicola Ferrigni, inquadra i nuovi ragazzi come “solisti fuoriclasse”: «Monadi, solisti – ha dichiarato – che faticano a trovare armonia nella propria orchestra, rappresentata dalla propria classe, dal proprio gruppo, dal proprio Paese di cui non ci si sente più orgogliosi, di cui si condanna l’instabilità politica e che si vorrebbe lasciare per un periodo. Accanto a ciò – ha proseguito Ferrigni – i giovani intervistati individuano nella famiglia il pilastro della società, porto sicuro e principale riferimento, al punto da attribuire ai genitori il fascino del mito».

I GENITORI “MITO” PER GLI “ILLUMINISTI DEL TERZO MILLENNIO”, LONTANI DALLE RELIGIONI. FAMIGLIA IMPORTANTE PER IL 99% DEI GIOVANI SICILIANI, PAURA PIÙ GRANDE LA DISOCCUPAZIONE. Una generazione che diventa quasi un mito, quella dei genitori, che, anche in Sicilia, sorpassa di gran lunga la propria in tutte le virtù – dai valori (84,1% contro 25,7%) al senso di responsabilità (80,2% contro 16,6%) – e che allo stesso tempo rimane distante da quella odierna sul fronte dei disvalori, auto-definita “viziata” (78,4% contro 7,8%), “indecisa”, “annoiata”. Liberté, loyauté, personnalité: è il riassunto di un “illuminismo del terzo millennio”, in cui prevale la fiducia in se stessi e dove la religione trova poco spazio nella sfera dei valori giovanili, definita “per nulla” o “poco” importante per il 51% dei ragazzi, dato comunque molto inferiore alla media nazionale (63%). Tutto il contrario rispetto alla famiglia, importante per il 99% degli intervistati (molto più del dato nazionale, 97,5%), e dalla quale ci si sente investiti di “molta fiducia” (60,3% in Sicilia, rispetto a una media nazionale del 45,6%). In testa alla scala dei valori importanti seguono amicizia (98,2%), salute (97,8%), lavoro (97,4%), lealtà (94,6%), qualità questa più richiesta anche nelle amicizie. Sul fronte delle paure, confidate più alla mamma e agli amici stretti (non ai compagni di classe) che al papà o al fidanzato, al centro dei pensieri dei giovani siciliani c’è la disoccupazione (22,4% rispetto al 18,5% del dato nazionale), seguita dal timore che i propri sogni non si realizzino (18,3%), la retribuzione insufficiente (11,1%). Preoccupazioni che superano quelle legate a malattia (8,8%), solitudine (6,4%), disavventure amorose (4%) e morte (2,7%).  Non a caso alla domanda su quali dovrebbero essere le priorità per il Governo Renzi, il lavoro si piazza al primo posto (per 1 intervistato su 3), seguito dall’economia (16,9%), sorpassando di gran lunga e a sorpresa il proprio contesto di riferimento: la scuola (11,1%).

LA RETE? PASSATEMPO SI, INFORMAZIONE NO. I GIOVANI SICILIANI CINGUETTANO PIÙ DEI COETANEI ITALIANI (28,1% CONTRO 19,7%). ASK.FM USATO DAL 20% DEI RAGAZZI. Controverso, ma solo agli occhi delle generazioni più anziane, il rapporto con la Rete. Quasi il 94% dei neo-maggiorenni siciliani infatti utilizza Facebook, che resta il social più diffuso, seguito da Twitter, usato più dai giovani siciliani che dai coetanei nazionali (28,1% contro 19,7%). A sorpresa, il 20,2% sceglie anche il famigerato Ask.Fm (adoperato solo dal 13,9% del campione nazionale) seppur ritenuto pericoloso dal 55,4% degli intervistati. Allo stesso tempo dallo studio emerge un uso più consapevole dei social rispetto alla media nazionale (l’82,5% dei giovani siciliani dichiara il “rischio dipendenza”, contro il 77,5% dei ragazzi italiani), visti principalmente come uno strumento per socializzare, condividere foto, musica e video che per informarsi e stringere vere amicizie. Se da una parte, infatti, la media degli amici su Internet supera spesso i 500 contatti, nella vita reale gli amici veri si fermano nella maggioranza dei casi a 10. Sul fronte dell’informazione invece prevale nettamente il vecchio telegiornale (40,7%), seguito da Facebook (16,4%), motori di ricerca su Internet (14%), testate su web (9,1%) e quotidiani (8,2%). E pur essendo alta la percentuale di fruizione delle news sulla Rete, rimane consapevolmente critico il giudizio sull’attendibilità dei nuovi media, con il social di Mark Zuckerberg fanalino di coda: 3 giovani su 4 ritengono poco o per nulla credibile l’informazione riportata. Più affidabili – ma non troppo - le notizie sulle testate su web, mentre tg e quotidiani sono apprezzati per attendibilità da oltre 7 intervistati su 10.