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RAPPORTO DI RICERCA

L’Osservatorio “Generazione Proteo” realizza e pubblica annualmente un Rapporto di ricerca sull’universo giovanile italiano, che coinvolge studenti di età compresa tra i 16 e i 19 anni provenienti dagli Istituti scolastici secondari di secondo grado che aderiscono alla Rete Proteo. Dal 2012, gli studenti intervistati sono stati complessivamente circa 100mila, con una crescita costante nel corso degli anni dal punto di vista sia quantitativo (dai 1.200 del 2013 si è infatti passati ai 20.000 del 2018) che qualitativo: edizione dopo edizione è infatti aumento il grado di rappresentatività del territorio nazionale, dei diversi indirizzi di studio (licei/istituti tecnico-professionali) e delle differenti tipologie di scuola (pubblico/privato).

 

IL “METODO PROTEO”

Il “metodo Proteo” si distingue per il suo carattere fortemente partecipativo, in cui i giovani sono davvero al centro di tutti i diversi momenti: dalla progettazione degli strumenti di ricerca alla raccolta dei dati, fino alla presentazione e discussione degli stessi. Ogni anno, l’elaborazione del questionario è infatti preceduta dalla realizzazione nelle scuole di numerosi focus group, durante i quali gli studenti (normalmente frequentanti il 4° e il 5° anno) sono chiamati a “dire la loro” su quali tematiche, quali domande e quali item inserire nel questionario. Nel corso di tali incontri, i ricercatori dell’Osservatorio entrano quasi in punta di piedi, animati dall’unico obiettivo di ascoltare ciò che i giovani pensano e dicono, o al massimo di aiutarli a esprimere quei concetti che loro – per timidezza, inesperienza o semplicemente ingenuità – faticano a mettere a fuoco o a tradurre in parole.

 

L’IDENTIKIT DELLA “GENERAZIONE PROTEO”

Nei suoi nove anni di attività l’Osservatorio ha tracciato l’identikit di una generazione che, anno dopo anno, si è arricchita di nuove e impreviste caratteristiche, che magicamente coesistono tra loro pur nelle apparenti incompatibilità. Una generazione i cui tratti essenziali sono perfettamente sintetizzati nei titoli dei diversi rapporti di ricerca: una generazione dunque inafferrabile (1° Rapporto, 2012), fatta di solisti fuoriclasse (2° Rapporto, 2014) e talentuosi acrobati (4° Rapporto, 2016) impegnati in una quotidiana corsa a ostacoli (3° Rapporto, 2015) e che vede nella cultura (5° Rapporto, 2017) l’antidoto alla follia di una società che sembra aver smarrito il senso più vero e autentico del concetto di “pubblico”. Una generazione di cre-attivi influencer che viaggiano a un ritmo che una società sempre più follower fatica a seguire (6° Rapporto, 2018) e che re-agiscono candidandosi al ruolo di attori protagonisti del presente (7° Rapporto, 2019). Giovani, infine, che rispondono all’emergenza sanitaria globale dando prova della propria resilenzia (8° Rapporto, 2020) e che guardano al post-Covid con lo slancio del leopardo, protesi in un simbolico abbraccio al futuro (9° Rapporto, 2021).