LIBRO BIANCO

Fin dalla sua istituzione, l’Osservatorio “Generazione Proteo” ha nutrito l’ambizione di arrivare, un giorno, ad avere un Libro Bianco sui giovani da poter offrire alle Istituzioni e alla società civile, attraverso il quale dare solidità, tangibilità, mettere “nero su bianco” le idee, le proposte, l’energia dei giovani, e nel contempo offrire preziose informazioni a chi ha l’onere di pensare al futuro del Paese, promuovere e alimentare il dibattito pubblico su questi temi, favorire la crescita di politiche pubbliche sempre più orientate al coinvolgimento realmente attivo dei giovani.

 

DALLE PAROLE AI FATTI

Di qui dunque il Libro Bianco “Generazione Proteo”, pubblicato nel 2018 e presentato in apertura dell’evento #ProteoBrains2018. Il volume raccoglie al proprio interno i risultati di cinque anni di ricerca scientifica realizzata dall’Osservatorio, intervistando nel complesso circa 100mila studenti di Istituti scolastici secondari di secondo grado, di cui mette a fuoco opinioni, idee e convinzioni rispetto a temi quali la politica, il lavoro, la scuola, la giustizia, gli stili di vita, i modelli e i consumi culturali, l’innovazione e l’ambiente, il bullismo e il cyberbullismo, il terrorismo, lo sport. Il volume contiene altresì il racconto di #ProteoBrains, la “due giorni” organizzata ogni anno dall’Osservatorio “Generazione Proteo”, che vede protagonisti centinaia di studenti provenienti da tutta Italia.

 

PERCHÉ UN “LIBRO BIANCO”

Lo spirito di questo Libro Bianco è lo stesso che, da sempre, anima l’Osservatorio e che ne sintetizza la mission: dare voce ai giovani e renderli effettivamente protagonisti attivi non solo del loro presente, ma anche – anzi soprattutto – del loro futuro. In una parola, dare una risposta tangibile alla domanda che molti di loro si pongono quando si parla del loro rapporto con il mondo adulto: «Ma se noi impariamo a chiedere le cose, voi Istituzioni, voi adulti siete poi disponibili ad ascoltarci?». Da questo punto di vista, il Libro Bianco “Generazione Proteo” rappresenta certamente l’esito di un lungo e articolato processo di ascolto, ma nel contempo traduce anche l’ambizione dell’Osservatorio di essere ponte non soltanto tra scuola e università, ma anche tra agenzie educative e società civile.