#PROTEOBRAINS2018:
IL SERVIZIO DI «SETTEGIORNI»
IN ONDA SU RAI PARLAMENTO
Rai Parlamento dedica un approfondimento, all’interno della rubrica settimanale «Settegiorni» al 6° Rapporto di ricerca dell’Osservatorio “Generazione Proteo”, che quest’anno ha visto intervistati circa 20mila studenti di età compresa tra i 17 e i 19 anni. Interviste al direttore dell’Osservatorio, Nicola Ferrigni, e ai giovani partecipanti a #ProteoBrains2018.
Di seguito il testo del servizio realizzato da Fabio Antonini.
«Io penso che la nostra generazione abbia bisogno di risposte e certezze, ma di risposte che non siano inutili, vaghe, vane, ma che diano dei risultati certi». «Penso che ogni giovane italiano debba essere informato su che cos’è la politica, su cosa è giusto e cosa è sbagliato per il Paese». Nicole e Federico sono parte di quell’universo giovanile che per noi adulti non è sempre facile da decifrare. Ad aiutarci a capire però sono stati proprio loro. Insieme ad altri ragazzi hanno presentato nei giorni scorsi a Roma, presso la Link Campus University, una ricerca che ha coinvolto oltre 20mila studenti in tutta Italia di età compresa tra i 17 e i 20 anni.
«I giovani sono certamente dentro il cambiamento globale – afferma il prof. Vincenzo Scotti, Presidente dell’Università – ma sono molto più attenti e preoccupati del loro futuro di quanto noi immaginiamo e hanno una visione chiara. Sono molto interessanti i risultati sul modo in cui loro vedono la politica, la società, la famiglia, la religione, i compagni, di come vedono anche le degenerazioni esistenti».
Un dato interessante e per molti versi contraddittorio riguarda proprio il loro rapporto con la politica. Giovani interessati alla politica, ma con un approccio totalmente diverso rispetto alle generazioni passate. «Dal nostro rapporto di ricerca – afferma Nicola Ferrigni, direttore della ricerca – emerge che circa l’80% dei giovani intervistati hanno votato alle ultime elezioni e lo hanno fatto non per una adesione a una ideologia partitica, ma perché sostengono che il voto sia un dovere civico. Quindi un rispetto ancora una volta istituzionale per il voto quale strumento di democrazia partecipativa».
«I giovani si dissociano quanto non capiscono – conclude Vincenzo Scotti – e oggi c’è un punto di incomprensione molto forte. Ma attenti: sotto la cenere c’è qualcosa che brucia, ed è una passione civile che i giovani hanno».